
FORMAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA: CULTURA, POLITICA, INDUSTRIA
In questa serie di articoli, analizziamo storicamente, economicamente e culturalmente l’educazione tecnico-scientifica: quando è nata questa branca dell’istruzione? Su quali modelli educativi si basa? Che vantaggi porta alle società industrializzate? Dove viene svolta e con quali strumenti?
Rispondere a queste domande ci permette di affrontare il futuro con maggiore consapevolezza e una strategia industriale ed economica più solida.
L’evoluzione dell’educazione tecnico-scientifica
La storia dell’educazione tecnico-scientifica è strettamente legata all’esigenza di adattare le conoscenze pratiche e tecnologiche alle società in evoluzione, in particolare con l’industrializzazione a partire dalla fine del XVIII secolo. Questa educazione ha subito diverse trasformazioni in Italia, in Europa e nel mondo, influenzate dai cambiamenti economici, sociali e culturali delle rivoluzioni industriali:
- Prima rivoluzione industriale (fine XVIII secolo), caratterizzata dall’uso del vapore;
- Seconda rivoluzione industriale (seconda metà XIX secolo), con l’avvento dell’elettricità;
- Terza rivoluzione industriale (seconda metà XX secolo), con lo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica;
- Quarta rivoluzione industriale, o Industria 4.0 (inizio XXI secolo), basata sulla fusione tra tecnologie di produzione e digitale.
Questi cambiamenti tecnologici hanno avuto un impatto significativo sulle politiche educative e sulle esigenze del mercato del lavoro.
Analizzando la storia e lo sviluppo dell’educazione tecnico-scientifica, scopriamo aspetti fondamentali della nostra società: riferimenti culturali, psicologici e cognitivi, l’organizzazione dell’istruzione, la struttura sociale e lavorativa. Inoltre, emerge la necessità di superare la divisione tra cultura umanistica e tecnica per creare valore nel futuro, riconoscendo l’importanza dei laboratori, degli strumenti tecnici e del metodo scientifico per prendere decisioni informate.
Le origini della formazione tecnica
Partiamo dalla prima rivoluzione industriale, circa 250 anni fa, quando si comprese che scienza e tecnologia portavano vantaggi alle società. Da questa consapevolezza nacquero le prime scuole tecniche.
In Italia, l’educazione tecnica si sviluppa a partire dall’Ottocento con la nascita delle prime scuole tecniche e industriali, in un periodo che coincide con la prima e la seconda rivoluzione industriale. Queste scuole sorsero per modernizzare il paese durante l’unificazione nazionale e costruire una solida base industriale.
Figure come Quintino Sella promossero l’importanza dell’istruzione tecnica per sostenere lo sviluppo economico del neonato Stato italiano. La legge del 1862 sulla creazione degli Istituti Tecnici è uno dei suoi contributi più importanti: questi istituti offrivano un’istruzione pratica orientata alle esigenze del mercato, formando tecnici capaci di lavorare in settori come meccanica, chimica e ingegneria civile.
Parallelamente, nacquero i primi politecnici, come il Politecnico di Torino (1859) e il Politecnico di Milano (1863), centri di eccellenza per la formazione di ingegneri e professionisti fondamentali per il progresso del paese.
In Inghilterra, centro della rivoluzione industriale, le scuole tecniche iniziarono a svilupparsi all’inizio del XIX secolo, in risposta alle esigenze dell’industria manifatturiera in espansione. I Mechanics’ Institutes e le Technical Schools erano istituzioni fondamentali per formare la nuova classe di tecnici e artigiani qualificati. Questi istituti precedettero di decenni le scuole tecniche italiane e furono cruciali nel supportare l’industrializzazione precoce del paese.
Anche in Francia, le prime scuole tecniche si svilupparono alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX, in concomitanza con la rivoluzione industriale. Le Écoles d’Arts et Métiers, fondate nel 1780 per preparare tecnici e ingegneri, posero le basi per un sistema educativo che accompagnò la crescita industriale francese. Già nel 1748, il ministero della Guerra istituì l’École du Génie Militaire, dove si insegnavano meccanica, filosofia naturale, progettazione di macchine, fortificazione e architettura, a cui si aggiunse successivamente la chimica.
In Germania, l’educazione tecnica prese forma istituzionale nella prima metà del XIX secolo, ispirata in parte al modello francese. Le Gewerbeschulen, fondate nel 1835, contribuirono alla creazione di un sistema duale che univa apprendimento scolastico e pratica aziendale. Studi mostrano che l’istruzione secondaria moderna in Germania ebbe un impatto positivo sulle performance economiche, con aumenti significativi degli impiegati nell’industria e nuove registrazioni aziendali nelle contee che istituirono queste scuole. La nascita dei politecnici tedeschi, come il Politecnico di Karlsruhe (1825), costituì un modello di riferimento per l’istruzione tecnica in Europa.
Conclusione
In conclusione, la Rivoluzione industriale ha portato un radicale cambiamento sociale, con urbanizzazione e crescita del benessere, ma si è parlato poco di come queste trasformazioni siano state strettamente legate all’educazione tecnico-scientifica. Migliaia di giovani nell’Ottocento impararono a gestire nuove conoscenze scientifiche e a utilizzare macchine sempre più sofisticate.
Oggi, affrontando una nuova rivoluzione industriale, abbiamo necessità di riflettere su questi temi e creare un modello educativo più efficace, centrato sulla formazione tecnico-scientifica.
Massimo Temporelli
Presidente e fondatore di TheFabLab



